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Cambiare il mondo cambiando sé stessi: le aziende ICT di fronte alla vera sfida

Cosa guida il mercato? L’evoluzione tecnologica o il bisogno? Questo dibattito continua ad essere vivace tra il mondo tecnologico e quello commerciale.

A chi pone i bisogni come motore delle dinamiche di cambiamento, la controparte ribatte con la classica domanda sullo smartphone: “Sapevi di averne necessità prima di non poterne fare a meno?”

La verità forse sta nel mezzo: i bisogni dei clienti sono un acceleratore di percorsi che la tecnologia agevola ad intraprendere. L’anno pandemico che ci siamo lasciati alle spalle ci ha insegnato come la crescita nell’adozione di soluzioni già disponibili possa dipendere anche da fattori esterni e imprevisti.

Pensiamo all’IoT (Internet of Things), alla connessione di apparati che non sono mai stati in grado di connettersi in rete, ora tra i trends a più alto impatto per l’industria Telco. 

Il 2020 ha obbligato aziende ed enti a diventare particolarmente creativi: dalle cliniche improvvisate nei parcheggi, alla consegna touchless nel retail e nei ristoranti, sono risultate necessarie reti di connettività in nuovi luoghi e per nuovi device, al fine di consentire ad alcuni settori di rimanere operativi. La base per la crescita è stata portata un gradino più in alto e così continuerà, tra uffici smart, monitoring remoto di apparati e assets, digitalizzazione processi operativi, etc. 

Di riflesso, questa repentina moltiplicazione dei punti di accesso e dei device connessi, pone anche un tema di sicurezza e vulnerabilità, al quale le aziende ICT sono chiamate a rispondere in un processo di educazione/formazione delle aziende-clienti e di offerta di soluzioni flessibili.   

L’importanza della continuità operativa e la necessità di piani di disaster recovery non sono stati mai così evidenti. Molte aziende, fino ad oggi, non erano pronte a portare i propri dipendenti in situazioni di operatività attraverso operazioni in remoto.

Ora il tema è prioritario: come garantire che le imprese continuino ad operare tra eventi imprevisti, incertezze sulla supply chain, cambiamenti repentini della domanda, ma anche eventi atmosferici distruttivi o crisi sanitarie pubbliche?

In questo contesto, tecnologie fino a ieri considerate solo “emergenti” si stanno evolvendo e stanno maturando rapidamente. Siamo ormai davanti alla realtà del 5G o del “edge computing”, spinti dall’espansione delle reti e da nuove necessità di connettività.

Tuttavia, la principale sfida rimane aperta: la tecnologia è uno strumento utile a raggiungere obiettivi in modo più efficiente, ma la condizione indispensabile è saperla gestire ed utilizzare. Individuare le competenze per guidare il processo di cambiamento, formare il personale per gestire la transizione, sono in questo senso fattori critici.

Il cosiddetto “skills gap” può impattare negativamente su aree come la produttività, il servizio clienti, la sicurezza. Ma le sfide per gli utenti finali altro non sono che sfide per gli stessi player del settore ICT, per i quali da oggi in poi risulta critica e fondamentale la propria capacità di innovarsi e individuare nuovi percorsi di crescita.

Se è vero, infatti, che molti hanno supportato con successo i loro clienti nell’accelerazione dei processi di trasformazione digitale, per alcuni di loro, tuttavia, questi tempi hanno evidenziato i limiti della propria complessità organizzativa.

È evidente che, da oggi in poi, per mantenere il vantaggio competitivo, alcune aziende devono ripensare al proprio modello operativo adottando esse stesse tecnologie, competenze, processi più funzionali ai propri obiettivi. Lo stesso modello di business spesso andrà ripensato. Il passaggio dalla transazione alla relazione - attraverso un servizio “a consumo” - garantisce ricavi ricorrenti e permette di costruire un rapporto duraturo con il cliente, aumentando la possibilità di cross-selling e up-selling. Non si tratta solo del software, ma di servizi e hardware. Questo passaggio investe tutte le funzioni aziendali e, di fatto, determina un modus operandi completamente nuovo.

Lo sviluppo di applicazioni industriali dedicate richiede un percorso congiunto degli input dal settore di riferimento e del know-how tecnologico. Le aziende ICT avranno un ruolo centrale in questi nuovi ecosistemi, e dovranno sviluppare un approccio go-to-market comune con partners industriali, incoraggiando l’innovazione collaborativa.

Si parla da tempo, e a ragione, di mancanza di competenze disponibili sul mercato, ma per le aziende ICT risolvere il rebus del fattore persone-mercato è una attività appena iniziata e che richiede tempo: è necessario allineare i bisogni, sempre forzatamente mutevoli, di una azienda che propone innovazione alle aspettative delle risorse umane in un mondo che cambia.

Insomma, la velocità dei cambiamenti impone anche alle aziende ICT, che del cambiamento sono motore e hanno un ruolo critico nell’accompagnare clienti e potenziali clienti verso la consapevolezza della svolta digitale, un’accelerazione sulla strada della semplificazione di processi e strumenti, della riduzione delle zavorre tecnologiche, dello snellimento organizzativo e del riposizionamento commerciale.

 

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