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Business Intelligence e Design Sprint: come identificare le sfide e risolvere i problemi

Ultimamente mi trovo spesso a confrontarmi sul problema della crescita: è una questione molto sentita dalle aziende e dai manager che si trovano a dover gestire situazioni di cali delle vendite o stagnazioni, conti che fanno emergere problemi di gestione od organizzazione interna e percepiscono una certa impotenza nel continuare “come si è sempre fatto”.

Oggi, le aziende si trovano in una situazione di totale incertezza sul cosa fare e sul come farlo perché spesso i risultati raggiunti non sono stati incoraggianti, anzi, le attività fatte non hanno portato alcun risultato. Diciamocelo fuori dai denti, non è certamente facile essere imprenditori in Italia, oggi, con:

  1. Scelte politiche poco focalizzate sul futuro del paese e delle nuove generazioni;
  2. Una concorrenza internazionale sempre più agguerrita (e più moderna!);
  3. Una competitività sempre più scarsa;
  4. Un accesso al credito bancario sempre più difficile;
  5. Una svalutazione sempre maggiore della cultura, dell’istruzione e del sapere pratico;
  6. La produttività ferma ormai da vent’anni;
  7. Una burocrazia, procedure e regole asfissianti;

Ho messo i puntini e non mi dilungo perché potremo scrivere una lista infinita di fattori che rendono la situazione attuale complicata e incerta. Se a tutto questo aggiungiamo che la tecnologia corre a velocità elevata e che i modelli di business evolvono verso forme nuove e orizzonti inesplorati beh… direi che la cosa si complica ulteriormente.

E quindi? Business Intelligence e Design Sprint risolvono tutto questo?

La bacchetta magica non ce l’ha nessuno ma certamente aiutano a fare chiarezza e a delineare dei percorsi evolutivi. Oggi dobbiamo convivere con il cambiamento e la complessità e l’unico modo per evitare investimenti sbagliati è:

  1. Basare le scelte su dati reali;
  2. Sviluppare nuove idee e approcci innovativi;
  3. Unire competenze diverse;
  4. Utilizzare al meglio la tecnologia;
  5. Prototipare, testare, sbagliare, imparare, riprovare… riducendo al minimo i costi di investimento fino a quando i risultati non saranno positivi.

È l’approccio al fare impresa che nel mondo è già cambiato e che da noi fatica a realizzarsi: dati, persone, tecnologia, bisogni del cliente, impegno. Su questo si deve lavorare.

Come diceva il buon Steve Jobs:

Assumere persone intelligenti e dargli ordini non ha alcun senso. Noi assumiamo persone intelligenti perché siano loro a dirci cosa fare.

Ma... spesso le persone quando lavorano in gruppo lo fanno in modo destrutturato, poco costruttivo e perdono il focus sul problema (soprattutto nel medio/lungo periodo).

È l’abbattere i silos verticali delle funzioni aziendali e far lavorare le persone in team in modo organizzato il segreto per generare nuove idee, testarle, raccogliere dati, elaborarli e migliorare. Design Sprint e BI aiutano in tutto ciò.

Ma entriamo un po' nel pratico:

Quale può essere un percorso in cui integrare BI e Design Sprint?

È presto detto. L'analisi del dato, in qualunque area aziendale venga applicata fa emergere delle criticità, delle inefficienze, dei problemi, degli insight (elementi nascosti). Questo è vero in tutte le aree aziendali (a partire dalla Finanza e Controllo per arrivare al Marketing, alle Vendite, alla Produzione, alla Qualità, alla Progettazione, all'Organizzazione, alle Risorse Umane).

Quando emerge un dato critico è attraverso un lavoro di confronto strutturato tra i diversi punti vista che è possibile identificare gli elementi che ne possono essere la causa (Prodotto obsoleto? Servizio carente? Comunicazione poco efficiente? Processo poco performante? Scarso utilizzo delle piattaforme digitali? Costi eccessivi? Ricavi in calo? Perdita di clienti? Valore del magazzino troppo elevato? Engagement scarso?...) .

L'attività di Problem Framing è fondamentale per comprendere l'origine e le cause di qualsiasi problema.

Lavorare in team sul quando si verifica una criticità, come si genera, chi la vive, dove si crea, aiuta il team di lavoro a comprendere il problema e a generare nuove sfide.

Le soluzioni non arrivano dal problema ma dalle molteplici sfide che esso genera.

 

 

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